Roma.
In origine l’attore Ugo Tognazzi creò la sua “Tognazza amata”, una serie di vini che offriva agli ospiti. Molti anni dopo il figlio Gianmarco aprì insieme ai soci questo brand, La Tognazza, seguendo e omaggiando in parte le orme del padre.
Ci sarebbero aneddoti divertenti da raccontare sulla genesi di queste etichette, come gli scherzi telefonici con numero anonimo che mi arrivavano da Gianmarco prima di parlare di lavoro o cose simili, ma in questo caso descriverò il lavoro in cui stavolta ho vestito l’abito dell’art director più che dell’illustratore. Le splendide illustrazioni sono del mio collega Antonio Tirelli.
Nello specifico ci occupammo insieme del lancio dei vini “Conte Mascetti” e “Casa vecchia”. Il primo era un chiaro riferimento ad Amici Miei e all’auto del celebre Conte della supercazzola. Una nota di merito obbligatoria al visionario Alessandro Capria, socio di Gianmarco: fu tra i primi in Italia a voler proporre per i vini delle etichette non più raffinate ma disegnate e più “pop” seguendo la scia già avviata dei vini spagnoli. Qualche anno dopo la moda prese ampiamente piede anche qui, ma la Tognazza aveva già lanciato i suoi semi da qualche tempo.
Continuando lo spirito provocatorio, realizzamo un catalogo dei vini molto “pop”, pieno di ammiccamenti e via dicendo.
Furono diverse le iniziative prese da La Tognazza. Ci fu anche quella volta che fece da sponsor a una gara di moto, e allora lì ci scappo l’illustrazione, stavolta mia, con una bottiglia al posto della marmitta.