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L’esperienza Tuareg a Bologna

Bologna.

Nel 2014 arrivò nelle vicinanze di Bologna questo locale costruito con tende, tappeti e quant’altro in cui era possibile interagire con dei Tuareg che, tra le altre cose, oltre a suonare e cantare preparavano anche un ottimo Té. Il tutto si traduceva in una reale esperienza particolare e umana. Ci credete? Se andavo lì a mezzogiorno me ne andavo a mezzanotte! Come può un locale farti volare 12 ore?

Un agosto deserto? Vedrai a settembre.

Considerando che i tuareg sono nomadi, Tekelt avrebbe seguito questo spirito: si spostò con tutte le sue tende dopo un paio di anni facendo tappa in altre regioni. Sono partito da questo concetto, l’“esperienza”, giocando con l’apertura prevista a settembre (mese ancora caldo)

e il doppio senso che ad agosto Bologna era (in un’epoca pre-boom turistica) praticamente vuota, quindi…deserta: “Altro che agosto. Da settembre Bologna sarà un deserto per tutto l’anno“. Dichiaravamo che era arrivato qualcosa di nuovo a Bologna, da settembre.

La gente mormora. Ottimo.

In quel periodo molti locali erano ancora chiusi, attendendo il rientro degli studenti, così piuttosto che usare locandine giocammo molto su dei volantini che girarono molto. Ricordo che durante un altro evento, in centro a Bologna, udii dei ragazzi dire: “Allora che dici, andiamo a vedere ‘sti Tuareg?“. Sorrisi: il volantino aveva funzionato e si era creato il passaparola.


E facciamolo un logo.

Nel durante realizzai un rapido restyling del logo. Ne avevano uno pieno di dettagli con tanto di tenda, così lavorammo sulla sintesi. Qui in basso vedete due bozze fino ad arrivare al definitivo: era fondamentale comunicare che da Tekelt trovavi pietanze tipiche Tuareg,

così ecco che il velo si trasforma nel fumo di un piatto.

Allo stesso tempo erano già conosciuti per il vecchio carattere che comunicava solidità; decidemmo di tenerlo, cambiando a questo punto il pittogramma.

Vieni. Si sta bene.

Tekelt divenne una reale esperienza per chiunque andava. Ricordo che passavo lì il sabato a mezzogiorno e uscivo a mezzanotte: 12 ore volate in piacevoli conversazioni e condivisioni con tutti loro. Il tempo scorreva in maniera molto serena. Questa sensazione di passare le ore stando bene decidemmo di esprimerla anche nei volantini, come una sorta di call to action / payoff. “Vieni. Si sta bene.”


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