Rionero in Vulture, Basilicata.
Un progetto molto particolare di riqualificazione del territorio che mi ha visto partecipare nel brainstorming e nella sua ideazione. Il tema era ridare visibilità al paese di Rionero rendendo partecipe la comunità, dai bambini agli adulti, e sensibilizzandola a scelte e azioni più ecosostenibili.
Il processo creativo
Quel che posso descrivere è stato il processo creativo di questa operazione. Per me è stato fondamentale ascoltare gli altri del team creativo: loro sono originari del luogo a differenza di me. Se loro ne conoscevano tradizioni e personaggi, io avevo gli occhi di un potenziale turista. Insieme potevamo lavorare a una chiave di stupore e sorpresa per chi non è mai stato sul luogo o per le nuove generazioni
della stessa popolazione residente. Innanzitutto, parlando del territorio, sono emersi alcuni caratteri paesaggistici stimolanti: dal vicino complesso vulcanico, il Monte Vulture, ai due laghi chiamati affettuosamente dalla popolazione “Lago Piccolo” e “Lago Grande”. Qui una foto presa dal web.
Il brainstorming
Immediato l’accostamento – ma giustificato qui più che mai – con i 4 elementi: il fuoco (il complesso vulcanino), l’acqua (i due laghi), la terra (tra l’altro nota per la produzione del vino Aglianico) e l’aria. A questi è stata aggiunto un quinto elemento che fa la differenza: la consapevolezza dell’uomo, quindi la sua capacità di rispettare l’ambiente e coesistere con esso.
Nella presentazione del progetto ho improvvisato usando uno schizzo che avevo per quanto riguarda la terra. Una delle volte in cui le illustrazioni sono utili in attività di comunicazione e presentazione.
Al di là dello schizzo abbiamo pensato a che aspetto dovessero avere (dei giganti? dei Genii?) e che impatto potesse aggiungere addirittura con lo skyline del paese. Qui potete vedere una semplice visione di partenza. Abbiamo immaginato dei giganti apparire uno alla volta sulle pareti di alcuni di questi edifici. Il lavoro iniziale dunque è stata di pura immaginazione davanti a questa foto su come sorprendere gradualmente l’ignara popolazione con degli indizi per poi svelare il tutto.
Il Planning
Creato un planning della durata di tre anni inclusivo di eventi di narrazione di luoghi e leggende che coinvolgessero gli abitanti, di attività per le classi scolastiche sensibilizzandole sul riuso e riciclo nel rispetto dell’ambiente e sulla creazione delle opere stesse sugli edifici coinvolgendo artisti locali e internazionali, nelle strade sono comparse delle frasi sul rispettare l’ambiente firmate da questi misteriosi “I Genii del Vulture”, ad esempio “La magia del mondo è custodita nell’acqua. Non la sprecare”.
Il logo
Nel momento in cui il nome del progetto ha iniziato a viaggiare su questi indizi e sono stati aperti i canali social dal team, sono tornato nell’ottica di grafico: tutto ciò aveva bisogno di una firma, di un’identità visiva e quindi di un logo. Le parole chiave da comunicare, oltre a “Vulture” erano le 5 identità dei Genii (da qui i colori ispirati agli elementi Aria, Terra (ma più “green”), Fuoco, Acqua e Individuo) e qualcosa che richiamasse comunque il ciclo e riciclo nel rispetto dell’ambiente (da qui il cerchio).
I lavori sono partiti attorno al 29 giugno 2023 con il primo genio: quello dell’acqua, realizzato dall’artista Mattia Pisauro.
La popolazione si è incuriosita, ha iniziato a chiedersi e informarsi su questi Genii, e a postare foto autonomamente.
Ecco il risultato finale del primo Genio: quello dell’acqua.
Gli indizi
Il murales è stato inaugurato con degli eventi a tema acqua per coinvolgere la cittadinanza.
Nel frattempo il team che segue i social ha iniziato a postare un altro indizio ancora.
Questo è stato lo schema se vogliamo delle successive opere. Indizio – opera – evento. Com’è che si dice? “L’attesa crea l’evento”.
Qui il genio del fuoco degli artisti Solo e Diamond con evento annesso.
Il Genio della terra (dell’artista francese Ememem) si è manifestato non con un murales ma con questi mosaici ricavati da oggetti di scarto creando un “effetto glitch” nelle crepe delle vecchie case.
il Genio dell’aria (dell’artista Andrea Corvino) e infine il Quinto elemento: Giustino Fortunato visto da Giulio Rosk.
Per i più piccoli: la casetta del mostro Crick Crack
In tutto questo, come scrivevo su, sono state fatte diverse attività per le scuole e di sensibilizzazione per i più piccoli per esempio sulla raccolta della plastica. Così l’idea è stata quella di rendere un punto riciclo la casetta del “Mostro crik crak” che mangia la plastica quando gliela dai. Sì, mi sono divertito a fare da copy per il nome.